Monumenta
Dotium Semiticarum
Ugaritica I




 
 Lectio Coram
Academic Research 2015-2025



" l. mlk ugrt". La trascrizione di C. Virolleaud di CAT 2,38: 1-25
Applicazione dei metodi diacronici, analisi sincronico-strutturale della fonte.
Sintesi antropologico-culturale. 


di Davide Polovineo



 
Aut spatia annorum aut longa intervalla
profundi lenibunt tacito vulnera nostra sinu:
seu moriar, fato, non turpi fractus amore;
atque erit illa mihi mortis honesta dies.

( Properzio, Magnum Iter 29-33)


 

 1 INTRODUZIONE: " INVENISTI ENIM GRATIAM"
 
Quanto più il genere epistolare ugaritico fiorì come celebrazione dell' esperienza diplomatica internazionale ugaritica, tanto più si affermò come forma realizzata: aspirando alla forma con concentrismo, cioé a decantare  strutture formali costruite sul parallelismo sinonimico-antitetico-sintetico, si perse nella metafora ricercata e nel gesto sontuoso. Il furore elequente della struttura concentrica, in cui la forma epistolare di CAT 2,38: 1-25 si rappresenta, è la materia di questa Lectio Coram destinata a placarsi nella riposata trascrizione di Virolleaud. La fonte CAT 2,38:1-25 ancor prima di "nascere" viveva per il nostro futuro sempre in aspettativa (non paziente !) di Virolleaud che doveva " comunicare" con un pudore di chiara intelligenza il puro messaggio, i fecondi germi dello stile letterario e le "relazioni scritturistiche". Nella costante malinconia del suo destino di trascrittore-traditore-traduttore Virolleaud aspira alla conoscenza della fonte e "insieme" si riconosce interdetto: "Quis ego nunc pereo, similis moniturus amantis".
In una sfera di "ermetica antropologia" ben più che di "narrazione archeologica" si attuò l'esperienza di Virolleaud e in questa sfera rimasero prigionieri non solo il Re di Ugarit e di Tiro ma anche gli stessi scribi che nascondevano nella struttura concentrica un misterioso messaggio. Da un punto di vista di  ragione " antropologico- strutturale" l'attenzione "redazionale" della scuola degli scribi reali ben corrisponde all'Idealtypus semitico-accadico della "casa delle tavolette", accademia scritturistica capace di "improntare"  formalmente le situazioni contraddittorie delle vicende storiche con "fermenti e aspirazioni strutturali-letterarie": " In questa evoluzione- afferma  Assmann- la scuola degli scribi svolge un ruolo fondamentale: essa costituisce il quadro istituzionale per la copiatura, la circolazione  e l'archiviazione dei testi, e in tal modo fa sì che i testi antichi ( e il senso normativo e formativo attualizzato in essi) rimangono presenti e idonei alla riannessione. Nasce così a poco a poco una "grande tradizione", la quale schiude per ogni presente un orizzonte di conoscenza e, in maniera più pregnante, di formazione culturale che affonda nell'abisso dei secoli e dei millenni" (Jan Assmann, La memoria culturale. Scrittura, ricordo e identità politica nelle grandi civiltà antiche, Torino 1997,cit. p. 64). Il carattere letterario di CAT 2,38:1-25, risolvendo in agile e facile "formosità" la esuberante disponibilità della lingua ugaritica, riesce a dilagare nei recinti della " antropologia-culturale": l'eredità dell' invenzione strutturale arretra sullo sfondo della ricerca fin quasi a venire riassorbita da "un fatale originario umano senso della scoperta" (Invenisti enim gratiam"). Utilitas et charitas epistolare tendono a porsi come apetti e variazioni ugualmente coerenti di una comune esigenza fondamentale comprensiva della "nobilitas hominis" ugaritica che sembra sigillare in maniera perfetta sia tutte le tendenze di gusto letterario di Ugarit sia la riconosciuta presenza di un pathos drammatico nella fonte CAT 2,38:1-25, scenico sì ma attenuato nell'abbandono strutturale e nell'evocazione della tragica vicenda finale di Ugarit, "celeste crepuscolo" della storia dei popoli semitico-occidentali.


2.0 DIACRONIA INTERNA O DIACRONIA IDEALE?

 
Bibliografia: M. DIETRICH- O. LORETZ-J. SANMARTIN, The Cuneiform Alphabetic Texts from Ugarit, Ras Ibn Hani and Other Places, Münster 1995.  Per una presentazione metodologica D. POLOVINEO, Il simbolismo del maschio partoriente. Comprensione della letteratura profetica di un vissuto liturgico ed etico in Geremia 30:1-9, in Actuosa Participatio ( Monumenta Studia Instrumenta Liturgica 18), A. Montan- M. Sodi ( edd.), Città del Vaticano 2002, pp.417-432.A. RABAN, The constructive Maritime Role of the  Sea Peoples in the Levant, in Society and Economy in the Eastern Mediterranean, ed.M.Heltzer-‎E.Lipiński (OLA 23), Leuven 1988, pp.261-294. J. ASSMANN, La memoria culturale. Scrittura, ricordo e identità politica nelle grandi civiltà antiche, Torino 1997; W.H. VAN SOLDT, The Palace Archives at Ugarit, in Cuneiform Archives and Libraries, ed. K.R. VEENHOF, Instanbul 1986; Ugaritica IV.Fonte della trascrizione da  Palais Royal d'Ugarit V, Parigi 1965.
 
2.1 Presentazione della Fonte: quasi.... " Illic si qua meum sepellissent fata dolorem, ultimus et posito staret amore lapis"
 
Nella "Figura della tavoletta", espressione memoriale oscura e luminosa graficamente, appaiono i fecondi germi di vita letteraria ugaritica: in figura memoriae, l'astuzia della parola, illuminazione creativa fissata nella tavoletta,ci permette, con una partecipazione agli eventi che sovrasta le parole, di delineare una riflessione metodologica sulle "relazioni scritturistiche" e sull'atto di traduzione non con vocabolario "per equivalenza statica ma per equivalenza dinamica": " Mattoni indispensabili della nostra memoria- affermavo nella mia analitica retorico-strutturale su Ger 30:1-9- sono le parole: semplici o ricercate che siano, esse costituiscono il personalissimo vocabolario di un testo scritto. Un vocabolario, va sottolineato, ha una sua doppia identità. Da un parte, infatti, ci sono le parole di uso quotidiano, parole che rimangono fissate nella memoria per il loro uso quotidiano o tecnico professionale [...]dall'altra parte  ci sono parole, termini tecnici, idioms di cui riconosciamo il significato, ma che con difficoltà riusciamo ad esprimere:[...]le parole sulla punta della lingua. Nel bel mezzo di un discorso "ci si blocca", non riuscendo proprio a ricordare il nome di quell'amico tanto caro [..]. Il nome sfugge, nonostante la certezza di conoscerlo e la vivissima sensazione di... averlo proprio sulla punta della lingua" ( D. POLOVINEO, op. cit, p.419-420). Ulteriormente, richiamando una definizione di Assmann, posso asserire che la "Figura memoriale della tavoletta" contiene un "corpus" sacralizzato ( una raccolta e selezione esclusiva di una tradizione altamente vincolante e di esemplarità nazionale: incarnazione modello dell'eternamente valido) e un principio sacralizzante (metro e crititerio nell'ambito estetico; ordinamento diversificato, con carattere vincolante). [Assmann, op. cit. p.89].



Nella "figura memoriale" della tavoletta il corpus selezionato è esemplare contenutisticamente e strutturalmente. Ma siamo sicuri che è proprio lo stesso oggetto? Se il contenuto è estremamente difficile da tradurre  (e quindi è Fiction-Page) la struttura  è l'unico reale su cui lavorare. In questo caso la trasmissione ad verbum contenutistica viene usata addirittura come "supporto dati" della forma strutturale concentrica: l'officium memoriae è counter history del contenuto che è quasi ( essendo Fiction Page) un crepuscolo stanco in cui crescono le ombre delle cose. Dinanzi alla bellezza formale di Cat 2,38:1-25 la stessa ragion d'essere del ricercatore sente il bisogno di una arbitraria sovrapposizione contenutistica che, a mio parere deve essere analizzata con un vocabolario per "equivalenze dinamiche".
 

2.2 " Rura colam..." la fonte ritrovata, "coltivata" e datata

Fatalmente e in un originario umano senso della scoperta (estenuante primo ed ultimo interrogatorio del ricercatore") gli "operatori" culturali della XVIII campagna di scavi hanno tracciato in modo differente la linea di demarcazione tra documento e monumento (n.d.r. non si tratta del traslato dell'immagine monumentale come decorazione più o meno arbitraria sovrapposta all'oggettività documentaria ma dell'immagine-monumento come rapporto "fantastico strutturale" che crea esso stesso argomento di ricerca). La fonte CAT 2,38:1-25 (una delle 71 lettere rinvenute ancora nel forno di cottura) può essere considerata sia un documento importante per la letteratura semitica occidentale sia un oggetto monumentale per la storia dell'arte semitica occidentale: due modi differenti di  identificare lo stesso oggetto. Ma siamo sicuri che è proprio lo stesso oggetto?  " La rilevanza teorica e pratica- affermavo in un mio studio- delle operazioni con cui attribuiamo ad un certo dominio un particolare statuto di maggiore o minore "realtà" o "verità" o "bellezza" è grande. Il modo in cui vengono tracciate le linee che separano o uniscono o negano, interi domini del reale può avere infatti delle conseguenze drammatiche" ( D. POLOVINEO, op. cit., p. 420). Il "ritrovamento" della fonte CAT 2,38:1-25  [XVIII campagna di scavi ( 1954) nel forno di cottura delle tavolette] ha "tracciato" le linee che separano o uniscono o negano interi domini  del mondo della ricerca: il pensiero visivo è cambiato notevolmente. Con la XVIII campagna di scavi nasce una nuova concezione dello "spazio popolato" del forno di cottura delle tavolette di Ugarit; inoltre lo stesso spazio, luogo del ricordo in absentia. viene ripopolato con "nuovi operai" . Dello spazio popolato, insomma, fanno parte sia il mondo concreto attorno  all'Io ugaritico sia il mondo concreto attorno all'Io archeologicoInoltre lo spazio popolato del forno di cottura delle tavolette tende ad una spazializzazione tragica essendo legato agli ultimi momenti di vita di Ugarit  e di ' Ammurāpi III ( 1195- 1190 a.C.) [CAT 2.38: 1-25 / testo di Tell Aphek e anche per una comparazione RS 17.289; 1-5.10-20 / RS 86.2230]: il tempo e lo spazio dell'Apocalisse ugaritica, dopo la XVIII campagna di scavi, ri-diventano tempo e spazio di vita (erlebte Zeit). " I contenuti del ricordo- afferma Assmann- posseggono una dimensione temporale sia in virtù del loro riallacciarsi a eventi remoti o eccezionali, sia grazie al ritmo periodico del riferimento mnemonico [...]. Un analogo ancoramento del ricordo vale per lo "spazio popolato" (belebter Raum): ciò che la casa è per la famiglia, il paese e la valle sono per la comunità rurale, la città per la comunità civica, il paesaggio per quella nazionale: si tratta di quadri mnemonici spaziali i quali fissano il ricordo anche e soprattutto in absentia. Dello spazio fa parte anche il mondo concreto attorno all'io e ad esso pertinente, il suo entourage matériel che gli appartiene come sostegno e veicolo del proprio sé ( Assmann, op. cit. p. 14). 
Ma vi è forse , nell'affermazione di Assmann, come un'ancestrale e circostanziale eco della pagina morta e dello spazio scritto occupato dalla morte e dal pericolo . Dalle fonti dell'ultimo periodo di Ugarit scaturiscono scene di povertà e di morte ["Ma una tavoletta (relativa al) grano davvero invia al Sole, tuo Signore, poiché grano nel paese proprio non c'è... Il nemico ci ha sopraffatti [  ] e il loro numero è senza [...]. Tutto ciò che trovi mandamelo ( CAT 2.39:17-20.31-32.34-35: lettera d'aiuto inviata dal sovrano hittita Šuppiluliuma II a
' Ammurāpi)]. Improvvisa e lacerante, la fonte squarcia il silenzio storico sul movimento migratorio dei popoli del Mare. Con la potenza concentrata,  accumulata e maturata in un lungo intervallo storico, la fonte ben si presenta come il bando significativo dell'Apocalisse di Ugarit e dei popoli limitrofi, come l'intonazione perfetta di una lamentazione funebre, come voce perentoria e persuasa di un "cronista" che vive e assevera una esperienza assoluta e perfetta del pericolo, della tragedia e della morte che sono le figure primarie dell'immortalità.


2.3 "Accipe, per longos tibi qui deserviat annos"....in critica formale e in critica redazionale

Con grazia stravagante e impulsività ingenua, il genere epistolare internazionale in struttura tripartita e con concentrismo che segue la logica della seduzione ricordevole di ogni corpus canonico corre serpeggiando nella sua foga letteraria delineando una struttura corporeo-testuale arrogante che, trastullandosi nelle minuzie, con diletto vanaglorioso irrompe nell'orizzonte del lettore. La struttura formale stessa appalesa quanto non fossero immiserite quelle passioni formali che avevano "ispirato" gli scribi accadici della "casa delle tavolette". L'intelligenza strutturale ugaritica è affidata ad un lampo rapidissimo scritturistico che nel suo repentino bagliore suscita una forma corporea  tanto più aperta ed efficace quanto più subitanea e secca per il ricercatore contemporaneo che, con l'analisi della fonte, risuscita un "corpo amorevole" riflesso di una esperta cultura retorico-strutturale antica. Incontriamo, nella fonte, una struttura tipica del mondo semitico:

A Salutation-Opening:
con "l +mlk"+ aḫy (Termine estremo)+ verbo dire-ordinare
y ślm+lk ( cfr. accadico  lu-ú-šul mu) + invocazione soterica ilm+tgrk+t ślmk ( cfr. accadico DINGIR [meš] šaLUGAL GAL EN-ka ú DINGIR [meš] ša KUR [uru] ú-ga-ri-it lu-uk ru-bu-ka).

B Body opening:  " any kn. ( Termine medio)  dt"
Osservazioni linguistiche: costruzione con verbo in perfetto - likt ( hai inviato: cfr. la costruzione in prima persona nelle corrispondenze in accadico di Ugarit- ul-te-b [i-l] a-ak-ku: ti ho inviato)+ verbo mtt (perita*naufragata)+ nškḥ
( andata distrutta).

C Body middle:  "w. rb. tmtt"+bd


B 1 Body closing: "w. ššb. ank. lhm w. anyk ( Termine medio)

A1 Closing:  da "w. aḫy" (Termine estremo)


La fervida e appassionata storicità ugaritica, attraverso il groviglio di strutture intellettuali e di ricercatezza stilistica , genera, alla luce di un significato universalmente valido ed esemplare  almeno per la letteratura semitico- occidentale e accadica, un "sentore storico redazionale" inquieto e assorto. Per questo  con il metodo diacronico- redazionale analizziamo l'idealtypus del modello epistolare tripartito seguendo un ordinamento comparativo : RS 17.289:1-5.10-20//CAT 2,38: 1-25 // RS L.1 // RS 20.238.
 
RS 17.289:1-5.10-20 Corrispondenza tra il re di Karkamiš e Ibirānu:
Così (parla) il re di Karkamiš: ad Ibirānu/ re di Ugarit/ di' /Salute a te/ ..../Fa' partire/ anche le truppe e i carri da guerra/ che solitamente tieni / a disposizione per il palazzo./ Il Sole ci farà affidamento./ Possa il cuore del Sole/ non restare / contrariato./ E' una questione di vita o di morte.

RS L. 1 Corrispondenza tra il re di Cipro ed 'Ammurāpi:
Così (afferma) il re / ad 'Ammurāpi/ re di Ugarit/ di' : A te sia la salute/Gli dèi ti conservino in salute/ Su ciò che mi hai scritto/ Ci sono delle navi del nemico/ in mare/ anche se è vero/ che sono state avvistate/ delle navi/ ebbene sta saldo./ Per quanto ti riguarda/ le tue truppe, i tuoi ca [rri] / dove dunque / si trovano? Non sono/ presso di te? / Dietro al nemico / che ti incalza? / Ciroconda di fortificazioni / le tue città / fa' entrare truppe e carri / e attendi il nemico / con fermezza. 

RS 20.238 Corrispondenza tra ' Ammurāpi e il re di Cipro:
Al re di Alyšiya / mio padre, di' / Così (parla) il re di Ugarit / tuo figlio / Padre mio, ecco che alcune navi / del nemico sono arrivate / alcune delle mie città col fuoco / hanno bruciato / e delle cose / ben deplorevoli / hanno fatto nel paese / Mio padre non sa / che tutte le [mie] truppe [  ] / in suolo ḫittita / stazionano e che tutte le mie n [avi] / nel paese licio / si trovano. Finora non sono tornate / e il paese è abbandonato a se stesso./ Che mio [pa]dre sappia/ tutto ciò / Ecco che sette navi del nemico / mi sono venute (contro) / e hanno fatto / cose molto cattive./ Ora: se ci sono/ al[tre] navi / del nemico, informami/ [in qualunque] modo / che io lo sappia. 

Se la "testualità" della fonte CAT 2,38:1-25 può offrire l'esempio più alto della sintesi canonico-epistolare entro la cultura ugaritica, sintesi che sembra sigillare in maniera perfetta tutte le tendenze retorico-strutturali ugaritiche, possiamo prendere come ulteriore riprova le fonti sopra elencate: per la riconosciuta presenza di un pathos strutturale, risulta agevole spiegare perchè la forma mentis canonico-epistolare ugaritica, scenica sì, ma attenuata in un lirico formalismo, potesse giustificare l'evocazione del figurale strutturale tripartito che traeva origine da una esigenza di natura essenzialmente scritturistico-internazionale. "La casa delle tavolette della Mesopotamia e la casa della vita egizia- afferma Assmann- sono i veicoli di questa forma di memoria culturale che si appoggia già in ampia misura ai testi". [...] Non è il testo sacro, bensì solo quello canonico che richiede l'interpretazione, diventando così il punto di partenza per le culture dell'esegesi" ( Assmann, op. cit. p. 64.65).
L'abbandonar le proprie memorie dell'ordinario, da parte della scuola degli "scribi ugaritici", per affissarsi al modello corpus canonico-esegesi, appalesa quanto fossero forti quelle passioni ermeneutiche semitiche sul tema istituzione-esegesi. Nel costante processo canonico si proiettano in Cat 2,38:1-25 i criteri squisitamente ermeneutici dell'intelligenza semitico-occidentale che porta con sè l'illuminazione creativa del fascinoso paradigma ottico antico.  



3  UT SIT TIBI FORMA PERENNIS: SPAZIO E MITODINAMICA UGARITICA
 

Bibliografia: J.HEERWAGEN, Psychosocial Value of Space, in WBDG (Whole Building Design Guide), 02-20-2007; G.ORIANS-J:HEERWAGEN, The Adapted Mind, Oxford University Press, Oxford 1992, pp. 555-579; D. POLOVINEO,L'estetica sacrificale di Eric Gans: dal paesaggio sacrificale cruento all'origine delle forme estetiche, in Studia Patavina 55 (2008), pp. 163-190; T.DEACON, The Symbolic Species. The co-evolution of Language and the Brain, New York 1997; J. ASSMANN, La memoria culturale. Scrittura, ricordo e identità politica nelle grandi civiltà antiche, Torino 1997.

Affidati ad un repentino bagliore storico, i Celebratory Spaces-Archive (che riconfiguriamo metodologicamente CCM- Cultural and Collective Meaning)  fanno parte della mitodinamica dello stato ugaritico: "Solo il passato significativo- afferma Jan Assmann- viene ricordato e solo il passato ricordato diventa significativo. Il ricordo è un atto di semiotizzazione". (J. ASSMANN, op.cit., p.49). Seguendo la logica dell'impulso borioso  della Visual memory, gli archivi raccolgono le convergenti reminescenze semitico-cratofaniche: alleanza tra potere e ricordo. Con diletto afferma Assmann: " Chi detiene il potere si impossessa non solo del passato ma anche del futuro, vuole essere ricordato, pone dei monumenti a se stesso con le proprie imprese, provvede affinché esse vengano raccontate, cantate, immortalate in edifici e statue, o almeno documentate archivisticamente. Il potere si legittima retrospettivamente e si immortala prospettivamente" (Assmann op. cit. p. 44). 
Seduzione formale ricordevole, il processo mitodinamico ugaritico, evolvendosi da carattersitica necessaria dell'organizzazione sociale ad elemento AM (Adapted Mind), ha edificato una costruzione sistematica per una serie di fitness in cui vennero ricomprese e gestite l'ansia e l'aggressività con un nuovo modello di apprendimento: The Ring Pattern (RP). Topografia ed epistolografia appalesano quanto non fossero immiserite quelle passioni formali sul concentrismo. Senso poetico dello spazio comune, RP è un nuovo modello sistematico-strutturale (patterned complexity) che sostituisce Layouts con prospettiva lineare con Layouts con schema RP- 
Ring logic of Events con schema paradigmatico IVE (Interesting Visual Environment with aesthetic integrity: Adoption of naturalistic, bio-inspired design; patterned complexity; reduced monochromatic environments; more organic layouts and forms). Intonazione perfetta della perentoria e persusa voce del Re di Ugarit, la fonte CAT 2,38: 1-25  è estenuante ed intemo tormento del rito di passaggio letterario e formale ugaritico (dalla narrazione lineare alla narrazione con schema RP della narrazione storica). La complessità della società ugaritica non poteva oltrepassare i limiti della cultura RP di cui il linguaggio iconico-spaziale era il sostegno formale, ma l'esistenza di una simile cultura deve aver continuamente spinto la cultura ugaritica nella direzione dell'adattamento del tipo Operable windows- Ring logic of Events.
Sostenuta da un'eccezionale Operable window, tutta colta e concentrata nella conquista del "Sublime", the Ring Logic of Events , inoltre, è hairspring del generale-particolare. Bando significativo del movimento a spirale, nel Ring Logic Events quanto viene detto per il particolare vale anche per il generale (Kelal uferat uferat Kelal della retorica ebraico- giudaico- rabbinica/sineddoche della retorica classica). Ogni elemento dell'operable window è diretto e scelto dall'hairspring logic Events, funzione di energica invenzione strutturale che ci riporta al problema ermeneutico di come convalidare il non-evidente in ogni fonte ugaritica. Immaginario recuperato solo nella "formosità", l'interesse concentrato sulla Fonte-oggetto non è più semplicemente un'azione appropriativa o esplorativa: la fonte ben si presenta come un "oggetto ostensivo". Squarciando un lungo silenzio letterario, il ricercatore comprende che nello spazio narrativo della fonte è in gioco la forma della narrazione (landform) e l'altro dalla forma scritta il "landscape" di Ugarit. Si svela la concupiscentia oculorum regale nello spazio della fonte-monumento che fagocita anche la storia della forma ugaritica compresa come un circuito feedback plastico dalle multiple possibilità. Finalmente la fonte estetizzata è collegata almeno virtualmente non solo al set e alla location comunitaria e regale ma anche agli attanti del processo della mitodinamica ugaritica, trascesi defintivamente nella rappresentazione e nella conquista dell'immortalità.

A) Planimetria 1°: Forno- Corte V
 
  






B)Planimetria 2°: Planimetria del Palazzo reale di Ugarit


   






C)Planimetria III: Planimetria degli archivi








4  SANCTIQUE PUDORIS ADSIDEAT CUSTOS: LA TRASCRIZIONE DI C. VIROLLEAUD


Bibliografia: per le nozioni di fonetica generale cfr. C.H. GORDON, Ugaritic Textbook, Roma 1967; S.SEGERT, A Basic Grammar of the Ugaritic Language, Berkeley 1984; J.CLEAR, Ugaritic Texts in Translation, Seattle 1976; A.B. DAVIDSON- J.E.MC FADYEN, An introductory Hebrew Grammar, Edinburgh 1936; per la trascrizione di Virolleaud cfr. Palais Royal d'Ugarit V, Parigi 1965; per la prospettiva metodologica cfr. N. CHOMSKY, Morphophonemics of Modern Hebrew, University of Pennsylvania 1951;  Grande lessico dell'Antico Testamento (GLAT) Vol. I, a cura di G.Johannes Botterweck e Helmer Ringgren (edizione italiana a cura di Alessandro Catastini e Riccardo Contini), Brescia 1988. 


Le sens d'une phrase est son idée, le sens d'un mot est son emploi 
(E. Benveniste, Problèmes de linguistique générale II, Paris 1974, 226)

 


Nella cura con la quale C.Virolleaud trascrive la fonte CAT 2,38:1-25 RP appartenente a CCM si può intravedere sia la tecnica accademica stilistico-letteraria francese sia la tecnica di trascrizione-traduzione con vocabolario ugaritico per equivalenze statiche. Infatti Virolleaud in una tecnica di sovrapposizione linguistico/statico-trascrittiva  non considera la possibilità di una trascrizione-traduzione con vocabolario per equivalenze dinamiche.Virolleaud non recupera nell'atto trascrittivo il "rischio" di una costruzione linguistico-esegetica con vocabolario per equivalenze dinamiche e con gli strumenti lessicografici della tradizione esegetico-biblica del novecento [ analisi sintagmatica (associazioni e commutazioni linguistiche) e analisi paradigmatica]; per comprendere l'operazione mi soffermo ( nella Lectio Coram) su aḫy (' ḫ) //  ebraico // śn egizio : " Il tema 'aḥ - afferma Ringgren- è comune a tutte le lingue semitiche e indica in primo luogo il fratello carnale, poi per estensione il parente, il connazionale, il compagno[...] Così ad esempio in accadico aḫu è il termine usato per rivolgersi ad una persona di pari grado ( specialmente nelle lettere, anche tra re) o anche per indicare un collega, un alleato e il membro della stessa tribù (lettere di Mari). Anche gli dèi talvolta vengono chiamati globalmente fratelli. Nei nomi accadici di persona aḫu indica generalmente il fratello carnale, ad es. Sin-aḫa-iddinam ( Sin ha dato un fratello). Anche un dio è chiamato fratello, ad es. Aḫu-dūrenši, " il fratello è un muro per il debole; Aḫu-ilum , " il fratello è dio"; o ricorre pure in nomi esprimenti fiducia Ilī Aī " il mio dio è mio fratello" Ilī-kī-aḫ " il mio dio è come un fratello", [...] In ugaritico ' può indicare tanto il fratello in senso proprio quanto un essere divino. Abbiamo inoltre un termine tipicamente ugaritico: 'rj=parente. Nelle iscrizioni semitiche occidentali troviamo la medesima situazione notata in accadico : 'ḥ è usato nello scambio epistolare tra persone di pari rango, e può inoltre indicare un parente, un collega, un re che protegge i suoi sudditi. In nabateo il primo ministro è chiamato "fratello del re" ('ḥ mlk) e la regina 't mlk" ( H. Ringgren, GLAT I 399).
In CAT 2,38:1-2 RP-CCM ḫ  è un Sound Pattern che si presenta con lineamenti piuttosto duri essendo una Phonetic Transcription+Danger Signal. Nella lingua ebraica 'aḥ contiene l'idea della fratellanza ma anche del dolore; 'aḥ= grido di dolore in Ez 21:20.'aḥ contiene anche l'idea del braciere in Ger 36:22; inoltre 'aḥ è un suono onomatopeico > animali che ululano nel deserto Is 13:21.
Essendoci inabilità al raddoppiamento delle gutturali, la lingua ebraica  ha costruito un sound Pattern con 'alef (spirito lene)+eth (gutturale)
" Le cose non stanno diversamente- afferma Ringgren- per il vocabolo egizio śn" (H. Ringgren, GLAT I 399): śn ( affine alla radice śnw= due) contiene l'idea di fratello carnale+compagno+amato. Nello stile epistolare śn.k è un idiom (= il tuo fratello qui= io) [Ringgren, GLAT I, 399).  La costruzione nn śnw.f ha valore idiomatico ( = non ha pari). Nell'opera egizia detta "Inizio dei canti della grande gioia del cuore" ( Papiro Harris 500- terzo poema) si afferma:"Con la sua voce Io-mio fratello-amato  ha turbato il mio cuore".

In una sfera poetica ben più che di genere epistolare, ' ḫ  ugaritico rivela un mondo di miracolo apollineo dove gli occhi vedono e le mani toccano la struttura dialogica della fraternità che custodisce quelle buie e segrete radici che avvolgono il mistero tenebroso e luminoso della fraternità nella cultura semitico-occidentale. Su questa incidenza, racchiudendo in un mondo circoscritto l'analitica su CAT 2,38:1-2, possiamo convalidare la trascrizione di Virolleaud della Salutation-Opening di CAT 2,38: 1-25 RP- CCM : l. mlk ugrt aḫy (' ḫ)- Al re di Ugarit / mio fratello..

 
 

5  SEU VETUS IN TRIVIO FLORIDA SERTA LAPIS: LA COMPOSIZIONE RETORICO-STRUTTURALE

 
Bibliografia:A. MARTINET, Elementi di linguistica generale, Parigi 1960;R. JAKOBSON,Grammatical Parallelism and its Russian Facet,in Languages 42 ( 1966) 2, pp.399-429; A. B. LORD, The singer of Tales, Harvard Studies in Comparative Literature 24 ( 1960); J.C. DE MOOR- W.G.E. WATSON ( edd.), Verse in Ancient Near Eastern Prose, Neukirchen-Vluyn 1993; S. SEGERT, Parallelism in Ugaritic Poetry,in JAOS 103 (1983), pp. 295-306; R. WHITAKER, A Formulaic Analysis of Ugaritic Poetry,Tesi per il conseguimeno del dottorato,  Università di Harvard 1969, pp.129-157; A.C.DANTO, After the End of Art. Contemporary Art and the Pale of History,Washington 1997 ( ed. it. a cura  di Nicoletta Poo); E.GANS, The Market of Resentment, in " Chronicle of Love and Resentment" N° 286, June 28- 2003; D. POLOVINEO, Sulla fine del sacrificio. Il sapere sacrificale di W. Burkert ed E. Gans nell'epoca del post- narrativo, in Studia Patavina 56 (2009), pp. 275-296; D. POLOVINEO, Dal sacrificio come rito cruento al sacrificio come atto spirituale, tesi pub. di dottorato, Padova 2006.
 

Decantando la "tecnica del pensare al non-contenuto" e ri-proponendo, in moduli letterari e in ideali estetici soltanto vagheggiati, la tecnica d'indagine della forma-messa in scena,  lo storico dell'arte Erwin Panofsky, precursore del movimento post-narrativo novecentesco, proponeva (anche per lo studio delle fonti documentarie-monumentarie) una tecnica strutturale  in sequenza formale-simbolica dello spazio narrativo : " E in questo modo di organizzare lo spazio, essa apparteneva ad una particolare filosofia che permeava altri aspetti della cultura, come l'architettura, la teologia, la metafisica e persino i codici morali, che costituivano dei sistemi culturali da studiare attraverso gli strumenti interpretativi della iconologia".  [(A.C.DANTO, After the End of Art. Contemporary Art and the Pale of History, Washington 1997 ( ed. it. a cura  di Nicoletta Poo), cit. p. 63-64 ed. it.]. Nella luce e nel respiro di Panofsky comprendiamo che l'analisi retorico-strutturale è un dono per le discipline della costellazione del senso letterario semitico-occidentale: se l'indagine a livello diacronico di CAT 2,38: 1-25 RP- CCM  "abusa della bellezza della fonte", l'analisi retorico-strutturale sulla forma RP è apertura verso una contemplazione disinteressata che "aprendo una finestra" sul cortile della "Rappresentazione estetica" della cultura ugaritica, intensifica sentimentalmente il risentimento letterario.

La tensione periferia strutturale- centro genera il risentimento strutturale poichè A-A1 si sentono esclusi dal centro C. Espressione di un mancato differimento del risentimento B e B1 sono espressione della significazione con risentimento: partecipanti periferici anche B e B1 vivono il sentimento di esclusione dal centro.
Si può affermare che il risentimento strutturale  consacra nell'ordine della tradizione,  " l'operazione" di superamento della mutua esclusione Forma-sentimento.

 

Parallelismo 2 / 26 costruito sul Termine estremo  aḫy  A-A1
Parallelismo 10 / 24 costruito sul Termine medio anyk
Parallelismo 16 / 22  costruito sull'associazione lessicale  rb + tmtt+ bd



 
Il movimento originario del risentimento strutturale è generato dal Centro [CAT 2, 38: 16-22  (A B C B1 A1)]. La mediazione del centro è anzitutto un'operazione di interdizione: " Il risentimento. o ressentiment- afferma Eric Gans- è il sentimento di esclusione dal centro ove si genera il significato. Non vi può essere alcuna significazione senza risentimento; il segno che ripresenta/ rappresenta l'oggetto centrale è per sua stessa natura sia un'espressione che un differiemento del risentimento per il suo mancato possesso.." [E.GANS, The Market of Resentment, in " Chronicle of Love and Resentment" N° 286, June 28- 2003 ( trad. di F. Brotto)].

La struttura, celebrazione di una esperienza letteraria attiva e presente, genera il risentimento per il mancato di possesso di C: nei segmenti A (segmento bimembro) - A1 ( segmento monistico) è presente l'associazione rb+tmtt.  Il lessema "bd" collega i segmenti B (segmento monistico)-B1 (segmento monistico).  Nel segmento monistico  di  CAT 2, 38:20 ( C)  è presente un Sound Hapax (P).

 
 
 


Formalmente e sentimentalmente, generando un senso di colpa letterario, il centro della struttura è sparagmòs: "Risentimento e senso di colpa- affermavo in un mio studio sul risentimento letterario nell'antropologia di Eric Gans- sono inseparabili dal momento che l'espulsione immaginaria ( nel caso della Fonte CAT 2,38: 16-22 reale) della figura centrale che rimpie la fantasia del risentimento è ciò che lascia il luogo vuoto. [...] Questo movimento ha la stessa struttura dell'esperienza estetica in cui la coscienza dello spettatore oscilla tra il segno e il suo riferimento immaginario: lo spettore è risentito per la sua dipendenza dal segno estetico, sentendosi colpevole per il suo cortocircuito immaginario" ( D. POLOVINEO, Il sapere sacrificale, cit. p. 293).

"Ut natura dedit, sic omnis recta figura est"



6 HOC SATIS EST: SINTESI ANTROPOLOGICO-CULTURALE


Crede mihi, non ulla tuae est medicina figurae:
nudus Amor formae non amat artificem.

 

Improvvisa e lacerante, la fonte CAT 2,38: 1-25 RP- CCM è una struttura che genera il risentimento letterario. Nella costante malinconia letteraria ugaritica CAT 2,38: 1-25 RP- CCM , esponente del confine letterario (IVE) ugaritico ormai  contrassegnato come cultura morta, non si limita semplicemente ad esserci (come una forma di Habitus) ma genera i confini dell'Altro culturale ugaritico (il risentimento dell'oggetto C assente) penetrando nell'esistenza dell'uomo e costituendo appunto una struttura "limitica", un paesaggio commemorativo del risentimento che localizza e monumentalizza la perduta cultura ugaritica secondo una propria maniera distintiva.
Con la sua opera di "trascrittore-traditore" C. Virolleaud apre il canone ( ovvero l'atto di chiusura) del corpus epistolare ugaritico: "In tal modo- richiamando una affermazione di Assmann- anche i confini del ricordo culturale sono diventati fluttuanti: ampi settori si sono dischiusi al di fuori di quei testi dalla cui incessante interpretazione pure provengono le moderne scienze umane" ( cit. p. 97). 
L'atto di apertura della chiusura canonico-epistolare ugaritica è il processo del risentimento letterario che delimita culturalmente l'assente ( ri-chiusura) per una fondazione dell'autonomia interpretativa (ri-apertura): mimesis, aemulatio, imitatio + idoneità alla riannessione. "La canonizzazione-afferma Assmann-  non è un destino di ricezione casuale, bensì la messa in atto o l'adempimento di una potenzialità insita nell'opera stessa grazie al rigore formale e al vincolo delle regole" ( Assmann cit. p. 78). In tal senso l'atto di apertura del canone da parte del trascrittore-traditore è progettazione di un nuovo risentimento letterario per l'illuminazione creativa dell'ancestrale cultura ugaritica.

 Ut sit tibi forma perennis.

 
 

 

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